Dolore: che cos’è e come interpretarlo
Il dolore non ci piace: è questo il suo principale meccanismo d’azione. Poiché non ci piace cerchiamo (volontariamente, ma anche senza accorgercene) di evitarlo, scongiurando guai peggiori. Facciamo un esempio: se ci fa male un ginocchio zoppichiamo, evitando tutti i movimenti che accentuano la sensazione dolorosa, sia volontariamente (facendoci attenzione), sia in automatico. In tal modo il ginocchio può forse guarire, o almeno non peggiorare.
Che cos’è il dolore?
Il dolore è un segnale di allarme: se avvertiamo una sensazione dolorosa siamo in presenza di un danno, e quando il dolore sparisce, è segno che il danno è stato riparato. Il dolore quindi ha una funzione protettiva, utile anche a distanza di tempo (il bambino che avvicina la mano alla fiamma e sente dolore, difficilmente lo rifarà). Il dolore genera una memoria potente, che dura nel tempo; per questa ragione quello del parto viene dimenticato: il cervello provvede a rimuoverlo pochi istanti dopo l’evento, per permettere che la riproduzione continui.
Come agisce il dolore?
Come abbiamo visto, il meccanismo doloroso agisce generando una sensazione spiacevole che desideriamo vivamente evitare: la spiacevolezza è proporzionale all’intensità del dolore, e quest’ultima è proporzionale al danno.
Il dolore innesca inoltre meccanismi di protezione automatici e rapidissimi: se tocco qualcosa che scotta, l’allontanamento della mano è immediato, non ho bisogno di pensare se è il caso di allontanare la mano: è un riflesso, un movimento automatico, che non richiede ragionamento o decisioni. Entro certi limiti posso controllare queste reazioni: se vengo sottoposto a un prelievo di sangue, il dolore della puntura tenderà a far allontanare il braccio, ma l’intensità non sarà tale da impedirmi di controllarlo, non muovendolo. Questo in adulto, in un bambino la capacità di controllo sarà ovviamente ben minore.
Il dolore continua fino a quando il danno non è stato riparato, così la zona danneggiata non peggiora, e questo è un meccanismo piuttosto complesso. È opportuno capire qualcosa in più per decidere cosa fare:
- Quando si verifica un danno a un muscolo (uno stiramento, uno strappo), la porzione muscolare intorno si contrae per creare uno scudo, (questo meccanismo può aumentare il dolore, ma è necessario per aiutare la guarigione).
- Il dolore intenso da danno ai visceri addominali, può generare una violenta contrattura dei muscoli addominali, che crea un vero e proprio scudo per i visceri (“piastrone addominale”). Quest’ultima situazione in verità indica un problema assolutamente serio.
Come interpretare i vari tipi di dolore?
Ci sono dolori violenti e improvvisi, dolori continui, doloretti sparsi e imprecisi, ma spiacevoli.
- Un dolore acuto, ma improvviso, che scompare e non si avverte più, lo possiamo ignorare, facendo tuttavia attenzione alla zona da cui è nato.
- I dolorini possiamo ignorarli: se in un qualunque momento ci concentriamo sui nostri dolori, quasi certamente qualche dolorino lo sentiamo, o ci sembra di sentirlo.
- Se il dolore acuto e intenso si ripete o persiste va preso molto sul serio.
- Se un dolore non terribile ma persistente si manifesta, è bene considerarlo.
Prendere sul serio o considerare un dolore significa andare da un medico per capire da dove e da cosa nasce e quindi intervenire, altrimenti il problema potrebbe diventare serio.
Per capirci: in presenza di un mal di denti, è sempre meglio andare in fretta da un dentista, perché con il tempo la situazione non migliorerà (se il dolore dopo un certo tempo sparisce può significare che ormai il dente è irrimediabilmente compromesso).
Intervenire, da un punto di vista medico può significare aiutare la riparazione del danno, ma anche prescrivere antidolorifici. Assumere questi ultimi equivale a spegnere un antifurto che suona, in pratica è come dire “va bene, ho capito, basta così, ora ci penso io”, ricordando sempre che l’allarme è stato spento….
Un altro aspetto importantissimo da sottolineare è che spesso il punto in cui sentiamo dolore non è il punto in cui abbiamo il problema. Il dolore è impreciso, soprattutto se nasce da organi interni.
- Tipicamente un danno al cuore si può manifestare in punti ben distanti: la spalla, il braccio, la schiena, addirittura l’addome. A volte, bontà sua il dolore sarà riferito al petto.
- Se abbiamo un problema alla schiena, evento comune, nella zona lombare, il dolore potremo sentirlo all’alluce, al ginocchio, alla caviglia, alla coscia.
- Se il problema è relativo alla regione del collo, il dolore può essere alla spalla, al braccio, alla mano.
Il dolore è tanto importante quanto fastidioso e impreciso (non ci sono strumenti che lo misurano e si localizza in modi strani). Se è assolutamente occasionale (una volta e mai più), se sono dolorini lievi sparsi, si può lasciar perdere e non dargli troppo peso, come quando facciamo sport. Ma se il dolore è intenso o continuo o frequente, è bene non aspettare e serve un medico per capire cosa fare.
Per ulteriori spiegazioni e chiarimenti sull’argomento, non esitate a contattarci: saremo lieti di rispondere a tutte le vostre domande.
[gravityform id=”2″ title=”false” description=”false”]
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!