Vibrazione meccanica focale: conosciamola meglio.

Oggi parleremo di vibrazione meccanica focale, un argomento piuttosto complicato, che oggi cercheremo di spiegare con termini il più semplice possibile.

Cosa si intende per vibrazione meccanica focale?

Nella ribiliatazione vengono utilizzati due tipi di vibrazione:

  • Quella che si estende a tutto il corpo (Whole-Body-Vibration, WBV), spesso partendo dai piedi o dalle mani.
  • Quella applicata a singoli muscoli (Focal-Vibration, FV) conosciuta come vibrazione focale.

La prima presenta l’evidente vantaggio di agire contemporaneamente su tutto il corpo, in modo indifferenziato. L’oscillazione si propaga tuttavia in modo difficilmente predicibile, alterandosi lungo il percorso nell’ampiezza e nella stessa frequenza.

La seconda consente un lavoro analitico e permette di applicare ampiezza, frequenza, accelerazione e quindi forma d’onda, ben definite.

Lo scopo di tali ultime caratteristiche è stimolare i fusi neuromuscolari e generare il fenomeno del “driving”.

Quest’ultimo consiste nella capacità di particolari tipi di vibrazione di “guidare” la frequenza di scarica dei fusi muscolari: se la frequenza di vibrazione è 80 o 100 cicli/secondo, ciascun fuso coinvolto manderà ai centri nervosi 80 o 100 potenziali d’azione al secondo, per tutta la durata della stimolazione (Bianconi R, van der Meulen J J The response to vibration of the end organs of mammalian muscle spindles. J Neurophysiol 1963;26:177-90).

Per ottenere un fenomeno di driving occorre tuttavia un tipo di vibrazione caratterizzata da parametri abbastanza precisi, cosa non semplicissima.

Vibrazioni focali: perché inviare ai centri nervosi uno specifico tipo di segnale?

Il sistema nervoso centrale parla e ragiona in termini di frequenza dei suoi potenziali d’azione. Opportune frequenze, applicate per tempi adeguati, ripetute un opportuno numero di volte, sono in grado di potenziare per lungo tempo le reti nervose su cui arrivano.

L’effetto sarà quello di indurre un potenziamento a lungo termine della rete (Long-Term-Potentiation, LTP), effetto neurofisiologico assolutamente noto.

Nello specifico della vibrazione focale applicata a un muscolo, un eventuale danno non sarà riparato, ma ciò che è sano funzionerà meglio.

Cro®system: il dispositivo che utilizza le vibrazioni meccaniche focali.

vibrazione meccanica focale crosystem

Il Cro®system è uno strumento che utilizza la metodica appena illustrata: il suo valore innovativo non è nella possibilità di indurre effetti positivi a lungo termine, ma nel poterlo fare con facilità, fuori di un laboratorio, in modo del tutto non invasivo e sicuro (la piccolissima ampiezza della vibrazione focalizzata la rende assolutamente innocua).

A fronte di un trattamento di circa 30 minuti al giorno per 3 giorni consecutivi si hanno effetti che persistono per mesi o possono anche essere permanenti.

Si tratta di un potenziamento di reti di elaborazione, non di effetti diretti sui muscoli. Per quanto strano possa sembrare, l’identico protocollo produce effetti diversi su pazienti con problematiche diverse: Ad es. diminuzione di tono in caso di ipertonia, aumento in caso di ipotonia.

Questa innovativa metodica (la cui ampia bibliografia è qui disponibile con una sintesi in italiano), verrà approfondita nei prossimi articoli.

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