La metodica denominata Crosystem è in grado di agire su un vasto numero di disturbi motori, in quanto agisce direttamente sulle reti nervose di controllo del moto.
Il meccanismo (detto più propriamente “condizionamento delle reti nervose”) non è affatto una novità. Venne introdotto dagli studi di Pavlov (1903) e successivamente ampliato, studiato fino a livello molecolare, introducendo una grande varietà di procedure. La novità del Cro®system è solo la sua facilità di applicazione.
Pur nella sua versatilità ed efficacia, ha limiti da tenere presenti. In questa sede ne sottolineiamo i più semplici ed intuitivi, rimandando ai singoli casi un’interpretazione più stringente:
- Se vi è un deficit di forza, deve essere presente almeno un residuo di questa. Un arto completamente perso al movimento, ancorché minimo, non può essere recuperato dal Cro®system.
- Se un paziente è costretto all’immobilità, il Cro®system non è in grado di rimetterlo in piedi, mentre se il paziente già un poco deambula, sia pure aiutato, si può intervenire con efficacia.
- Se è presente una spasticità imponente, il risultato può non esserci (ma questa non è una regola perché abbiamo osservato e documentato risultati eccellenti in situazioni molto compromesse).
Nelle spasticità in particolare, il risultato è condizionato da molteplici fattori, tra questi segnaliamo:
- l’età del paziente (risultati maggiori nell’infanzia e nella primissima infanzia)
- il muscolo su cui si opera, alcuni rispondono moltissimo, altri molto poco
- la presenza o l’assenza di un controllo volontario sul tratto spasmizzato e l’entità
- la situazione di partenza
- la risposta individuale
L’ampiezza e la soddisfazione dei suoi effetti è condizionata da:
- Età del paziente (molto maggiore in tenera età)
- Storia passata del paziente (ha fatto sport seriamente, fosse anche 30 o 50 anni prima?)
- Procedere della malattia (se è una malattia ingravescente quanto ottenuto viene eroso dal suo processo. Da valutare quindi il rapporto effetti/durata/costi)
- Quanto rimasto valido o anche ipofunzionante, perché su queste componenti agisce la metodica, per compensare quanto perso.
- Quanto, ciò che è rimasto può essere reattivo
- Ogni paziente, soprattutto nelle forme in cui sia presente spasticità, ha una sua capacità di compensare, quindi attenuare o risolvere il suo problema motorio. Tuttavia in tutti questa capacità ha dei limiti. Se in un ciclo di trattamento con il Cro®system si ottengono certi risultati, un secondo ciclo, anche se privo di effetti collaterali, non raddoppierà l’effetto e un terzo forse non lo aumenterà affatto: si arriva alla saturazione del compenso.
La durata degli effetti è condizionata fortemente da un aspetto particolare:
La capacità del paziente di sfruttare quanto riattivato nel tempo a seguire. Un esempio è dato dagli anziani, dove spesso si riscontra uno stato di salute generale valido, ma un forte decadimento motorio che induce ad una marcata sedentarietà, con conseguente innesco di circoli viziosi. Il Cro®system può avere effetti potenti su queste persone. Ma è indispensabile che dopo sfruttino questi risultati per camminare tutti i giorni o quasi. Se questo non avviene il risultato va perduto: la natura scarta quanto non si utilizza.
Naturalmente, si tratta di una descrizione generale: i singoli casi vanno valutati, anche perché situazioni gravi possono avere risposte eccellenti, mentre difetti leggeri a volte risentono poco del trattamento. Soprattutto nei casi neurologici, l’imprevedibilità è significativa.
Per tali ragioni in molti può valere fare una prova, preferenzialmente su un singolo distretto muscolare, per valutare la responsività del soggetto.
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AVVERTENZA: Come per ogni terapia medica, per sapere i risultati da attendersi nel vostro caso specifico è necessario rivolgersi ad un Centro Competente ed Autorizzato. Per maggiori dettagli si visiti la pagina Diffusione & Test Scientifici di questo sito. Su richiesta inviamo l’intera documentazione scientifica per i vostri medici curanti.