Paralisi cerebrali infantili 5.3 – bambino paralisi cerebrale e cammino
Prof. G.M.Filippi
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Paralisi cerebrali infantili 5.3 – bambino paralisi cerebrale e cammino
Il cammino nell’uomo prevede fasi diverse, durante alcune delle quali l’appoggio è su una sola gamba, mentre l’altra oscilla (Figure 1 e 2). Inoltre, il piede agisce secondo una sequenza caratteristica di attacco (atterraggio dopo il volo, atterra prima il tallone), appoggio e quindi spinta (la parte anteriore del piede è l’ultima a staccarsi).
Il primo passo è certamente il controllo del bilanciamento. Come abbiamo visto si richiede che il cbaricentro sia nella superficie di appoggio (Paralisi cerebrali infantili 5.1). Questo controllo diventa molto più difficile nel cammino, quando è compromesso da due fattori:
- Procedere in avanti comporta, per forza di inerzia, lo spostamento all’indietro del tronco e, quindi, del centro di massa.
- In una fase del passo il peso del corpo è su una gamba sola.
Quali le strategie per mantenere l’equilibrio nelle varie fasi dello sviluppo?
Le strategie cambiano più volte nello sviluppo, ma in un modo abbastanza stereotipato, favorendo così la nostra comprensione di quale sia la via fisiologicamente seguita per acquistare il necessario equilibrio.
Due sono le questioni nell’elaborazione delle strategie. Il primo è cosa stabilizzare rispetto a cosa. Il secondo criterio è il numero di segmenti articolari da stabilizzare.
Bambino paralisi cerebrale e cammino. Cosa stabilizzare rispetto a cosa
Una strategia consiste nel fare riferimento alla base di appoggio, quindi nel posizionare bene i piedi, quindi le gambe, poi il tronco e il capo. Una seconda si organizza in senso opposto. Fa cioè riferimento alla forza di gravità e rispetto a questa stabilizza prima il capo, poi il tronco ecc. Una terza punta a stabilizzare il proprio peso che è fisicamente concentrato nel baricentro, situato nel bacino. Quindi il soggetto cerca di posizionare al meglio il bacino e di conseguenza, a seguire, tronco capo e gambe.
Bambino paralisi cerebrale e cammino. Numero di segmenti articolari da stabilizzare
Esempio, contraendo con forza i muscoli del collo, si fissa saldamente il capo al tronco, in questo modo non si dovrà stabilizzare separatamente capo e tronco, ma quanto fa il tronco deve fare anche il capo che è in tal modo bloccato. Ci si muoverà con meno flessibilità, ma è più semplice.
Secondo questo schema ci sono due strategie di controllo dell’equilibrio: Discendente (prima il capo/tronco, poi le gambe); ascendente (Prima il capo/tronco, poi le gambe); e due in relazione al numero di segmenti: In blocco (“en bloc”: capo e tronco sono uniti in un solo blocco); articolata (capo e tronco sono controllati separatamente).
Bambino paralisi cerebrale e cammino. Le 3 fasi nello sviluppo del controllo del bilanciamento
1 –
Bambino paralisi cerebrale e cammino, dalla nascita alla stazione eretta.
Il controllo è caratterizzato da una strategia di tipo discendente ed articolata. Prima cerca di stabilizzare il capo, poi il tronco e finalmente le gambe. In effetti in questa fase la stabilizzazione del capo è essenziale per l’equilibrio, sia da seduto che in piedi, con o senza appoggio.
2 – Bambino paralisi cerebrale e cammino, dall’acquisizione della postura eretta fino a circa 6 anni.
È la fase in cui si comincia a camminare, con le complicazioni conseguenti. La strategia cambia, è dal basso verso l’alto, con un ruolo importante giocato dai gastrocnemi (polpaccio). Nello stesso periodo, il bilanciamento addominale appare molto importante, soprattutto nell’avviare i primi passi. Prima di muovere i piedi e prima di stabilizzare capo e tronco, si ha una stabilizzazione del bacino che poi è seguita da quella del capo e del tronco e quindi dall’attività nelle gambe. Questa fase segnata dalla strategia di stabilizzazione del bacino appare particolarmente importante per lo sviluppo del cammino. Tronco e capo sono “en bloc”. Questo assetto capo-tronco si manifesta soprattutto quando il cammino è su un terreno irregolare, o in generale presenta difficoltà, in particolare tra i 3 e i 6 anni. Tra i 7 e gli 8 anni, capo e tronco nel cammino cominciano ad essere relativamente indipendenti e stabilizzati separatamente, anche quando il cammino si presenta difficoltoso.
3 – Bambino paralisi cerebrale e cammino, dell’adolescenza e dell’adulto
La strategia è chiaramente discendente ed articolata.
Riferimenti bibliografici
L’articolo è opera del Prof. Guido Maria Filippi
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