Lesioni cerebrali: quali sono le loro conseguenze?
Oggi tratteremo un argomento molto interessante e delicato, tentando di spiegare cosa accade nel nostro cervello quando si verifica una lesione cerebrale. Cosa succede dopo un ictus, o in una lesione cerebrale infantile? Di quest’ultima sappiamo poco, ma molto possiamo estrapolare osservando ciò che accade in un adulto, considerando anche il fatto che un bambino ha capacità di recupero ben maggiori di quest’ultimo.
Cosa succede quando si verifica una lesione cerebrale?
Gli effetti dei danni cerebrali non consistono semplicemente nel venir meno della funzione che svolgeva la parte lesionata, ma il discorso molto più complesso:
- Un osso che si spezza, un tratto di pelle che si lacera, pian piano si riparano, si rigenerano.
- Il cervello invece si “riorganizza”.
Un osso, un tratto di pelle, sono fatti in un certo modo, sono quelli e niente altro, mentre il nostro cervello cambia, si trasforma in moltissime sue parti.
Quando impariamo qualcosa (una poesia, a pattinare, una nuova lingua, a nuotare ecc.), la impariamo perché parti del nostro cervello si trasformano. L’utilizzo (ricordare la poesia, pattinare, parlare la nuova lingua, nuotare, ecc.) mantiene e affina la nuova capacità e la trasformazione.
Una lesione cerebrale scatena proprio questa trasformazione:
- Le aree danneggiate risultano molto meno attive, come fossero “spente”.
- Le altre sono spesso iperattive, come fossero (e probabilmente sono) alla ricerca di nuove soluzioni motorie.
In parte, il cervello cerca per proprio conto queste trasformazioni: le parti vicine a quelle danneggiate cominciano a cercare cellule “disposte” a fare quel che facevano quelle perse.
La parte morta è irrimediabilmente persa, quella coinvolta più leggermente deve essere riparata. Quest’ultima mostra difficoltà ad attivarsi, a generare segnali, e nel frattempo, mentre si ripara, comincia a cercare altri contatti (e risposte) con altre cellule. Li cerca nelle cellule vicine, ma anche nell’altra metà del cervello, quella intatta.
I sintomi di un danno neurologico sono espressione del danno + le trasformazioni che il cervello ha inventato e cerca di realizzare.
Come si riorganizza il cervello dopo una lesione?
Buona parte delle trasformazioni che si manifestano nel nostro cervello sono suggerite dall’esperienza. Imparare a nuotare è frutto di tentativi, suggerimenti e nuovi tentativi: alcuni riusciranno, altri no, e in qualche modo il cervello troverà strategie che consentono di stare a galla e procedere.
Dopo una lesione cerebrale, non tutti questi tentativi di riorganizzazione danno risultati positivi: in molti casi le caratteristiche alterazioni del movimento appaiono legate a queste modifiche. Si tratta di tentativi innescati automaticamente.
Il cervello deve imparare altre strategie. Deve imparare di nuovo. Come con il bambino che impara a camminare, gli si devono proporre tentativi, strategie, piccoli movimenti. Deve sperimentare: questo è il senso della riabilitazione e della necessità che sia attiva.
Tuttavia, è importante osservare che, in questa interazione tra attività “in proprio” del cervello e le esperienze proposte, le iniziative “in proprio”, inventate dallo stesso cervello, sembrano essere forze dominanti. Ecco perché, a fronte di trattamenti riabilitativi simili, i risultati mostrano una fortissima variabilità individuale.
In tutto questo complicato processo di recupero, la riabilitazione ha quindi il compito fondamentale di “suggerire” strategie e rinforzare strategie corrette.
Il CroSystem si innesta su queste finalità, mediante un’azione diretta sulle aree cerebrali coinvolte, attivandole, riducendo il coinvolgimento, indesiderato, di altre aree cerebrali.
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