sindrome femoro rotulea

Sindrome femoro-rotulea: tutto quello che c’è da sapere!

sindrome femoro rotulea

 

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Oggi tratteremo di una patologia abbastanza diffusa, che interessa l’area anteriore del ginocchio, legata al malfunzionamento del meccanismo di scorrimento tra rotula e femore: la sindrome femoro rotulea, che si manifesta con dolore più o meno intenso e difficoltà di movimento.

Sommario

 

Cosa si intende per sindrome femoro-rotulea?

In poche parole, la sindrome femoro-rotulea è una condizione di dolore nella parte anteriore del ginocchio. Questo dolore è causato da un’alterazione dell’articolazione del ginocchio, localizzata fra l’epifisi distale (l’estremità inferiore) del femore e la rotula.

La rotula ha il compito di permettere la trasmissione della forza prodotta dal muscolo quadricipite alla tibia. Permettendo l’estensione del ginocchio: in pratica agisce come una specie di puleggia. Per compiere questo lavoro deve scorrere al di sopra del femore in un apposito canale naturale, denominato “gronda femorale”.

In presenza della sindrome femoro-rotulea, la rotula, invece di scorrere nella gronda femorale, tende a spostarsi lateralmente, determinando un doloroso attrito che, oltre a causare dolore intenso, a lungo andare concorre all’instaurarsi della patologia artrosica.

Sintomi a cause della sindrome femoro-rotulea.

Generalmente i pazienti avvertono un dolore localizzato nella parte anteriore ed interna del ginocchio. Il dolore aumenta camminando e flettendolo, e sentono “scrocchiare” l’articolazione, soprattutto al risveglio.

A volte il ginocchio appare gonfio: l’infiammazione crea un aumento del liquido sinoviale (idrarto).

Questo cattivo posizionamento della rotula solitamente è dovuto a 3 cause principali:

  1. Ipotrofia del quadricipite: quest’ultimo è poco sviluppato e non riesce a mantenere la rotula nella sua sede naturale.
  2. Anomalia anatomica della gronda femorale: il naturale alloggiamento rotuleo presenta una forma “svasata” e di conseguenza mal contiene la rotula, causando nel paziente anche ripetute lussazioni.
  3. Sovraccarico dell’articolazione durante la flessione del ginocchio: il dolore si scatena dopo che il ginocchio è stato sottoposto a stress, come durante pesanti sessioni sportive o lunghe camminate in montagna.

Il valgismo come aggravante

Un’incidenza abbastanza alta di sindromi femoro-rotulee è stata rilevata negli individui affetti da valgismo, condizione in cui gli arti inferiori tendono a deviare verso l’esterno, portando le ginocchia ad avvicinarsi, assumendo una posizione a X.

Tra queste cause, quella largamente prevalente è la prima: un deficit del quadricipite.

Ruolo del quadricipite

Più precisamente, il quadricipite è costituito di 4 componenti: due sono al centro e devono generare la forza per estendere la gamba, le restanti due sono ai due lati e agiscono come due redini, guidando la rotula nel suo tragitto all’interno della gronda femorale.

Di queste ultime, quella posta sul lato esterno si chiama “vasto laterale”, e quella sul lato interno della coscia si chiama “vasto mediale”. Se uno di questi due muscoli lavora male, la rotula si sposta verso il lato che lavora bene e quindi urta contro la parete della gronda.

Tipicamente il muscolo deficitario responsabile del dolore femoro rotuleo è il muscolo vasto mediale.

Diagnosi e cura.

Il quadro sintomatologico legato alla sindrome, piuttosto frequente negli individui di età compresa fra i 30 ed i 50 anni, tende ad aumentare se non adeguatamente curato: è quindi importante una diagnosi tempestiva ed una terapia che lo sia altrettanto.

Nella gran parte dei casi, per avvalorare i sospetti del medico basta una semplice radiografia eseguita con il ginocchio in flessione; nei casi più dubbi, e per valutare eventuali lesioni alla cartilagine, si procede ad una risonanza magnetica o ad una TAC.

Il trattamento della sindrome femoro-rotulea dipende dalla serietà dei sintomi: se l’infiammazione è molto forte, oltre a somministrare farmaci specifici, si procede all’immobilizzazione dell’arto con un tutore per sottoporre poi il paziente a cicli di  Tecar terapia, Laser terapia ed onde d’urto.

Una volta superata la fase più dolorosa, è di primaria importanza sottoporsi ad un percorso riabilitativo volto a rinforzare il muscolo quadricipite (soprattutto il vasto mediale) la cui azione stabilizzatrice sulla rotula è fondamentale.

Il ruolo del quadricipite nel recupero

Il rinforzo di questo muscolo è molto lungo e difficile con la fisioterapia tradizionale:

  •   E’ lungo perché nell’estensione della gamba (l’esercizio che attiva il quadricipite) il vasto mediale lavora solo nell’ultima frazione del movimento. Ne consegue che gli esercizi  da fare sono moltissimi, e vanno effettuati per molto tempo.
  • E’ difficile perché se il carico per la gamba è troppo basso, non si vedrà alcun effetto, se invece è troppo elevato, si rischia di peggiorare la situazione. Ne consegue che se tutto viene fatto bene (il carico è adeguato e l’esercizio è svolto bene dal paziente), i risultati si vedranno non prima di 2-3 mesi di esercizi svolti almeno 3 volte a settimana.

Il Croystem per un pieno recupero del Vasto Mediale

Nel critico rinforzo del vasto mediale, ottimi risultati (supportati da pubblicazioni scientifiche internazionali), si sono ottenuti tramite l’utilizzo del CroSystem. Un macchinario innovativo che impone al muscolo dei micro allungamenti ed accorciamenti , contribuendo ad un corretto recupero del tono muscolare.

CroSystem non utilizza farmaci e non emette campi elettrici o magnetici: può quindi essere utilizzato in tutta sicurezza su pazienti affetti da altre patologie concomitanti, o portatori di dispositivi intracorporei come pacemaker, pompe da infusione e simili.

Il macchinario può essere utilizzato anche durante la fase acuta della sindrome, in quanto non prevede l’esecuzione di alcun movimento da parte del paziente, e non sottopone ad alcuno sforzo il ginocchio.

I limiti.

Sono rappresentati dall’entità del danno. Il sistema Crosystem fa funzionare meglio il complesso neuromuscolare che controlla l’articolazione. Fino a che punto questo miglioramento può permettere una vita senza dolore articolare?

Purtroppo, ad oggi non esiste modo di effettuare una previsione di certezza. In generale, il dolore che si ha nel salire le scale, sparisce molto prima da quello prodotto dalla discesa di gradini (meno faticoso muscolarmente ma molto più impegnativo per il mantenimento del controllo articolare).

Tuttavia, anche nel caso di situazioni molto compromesse, la semplicità del trattamento consiglia di provare perchè non raramente i risultati sono stati eccellenti anche in situazioni che apparivano improbabili.

Per ulteriori informazioni su questa innovativa metodologia di intervento, vi invitiamo a consultare la pagina dedicata ai test scientifici. Oppure a contattare uno dei Centri Cro®system Autorizzati, dove personale esperto sarà lieto di chiarire ogni dubbio.

Il Crosystem è in uso da tempo presso diverse istituzioni

La Asl3 della regione Veneto

La Asl di Latina, Offerto dalla Lega Italiana dei tumori

La Asl di Prato

Il Don Gnocchi di S.Maria al Castello

Il Don Gnocchi S.Maria alla Pineta di Massa

Il protocollo è inserito dal 2016 nelle linee guida americane per la spasticità

L’articolo è opera del Prof. Guido Maria Filippi

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