
la paralisi ostetrica, definizione
Paralisi ostetrica
La paralisi ostetrica è una lesione del plesso brachiale che si verifica durante il parto, solitamente a causa di una trazione eccessiva sul braccio del neonato. Può causare debolezza o paralisi dell’arto superiore, con gravità variabile. Il trattamento include fisioterapia e, nei casi più gravi, intervento chirurgico. Vedremo le cause e
le nuove strategie di cura.

Articolo del prof.Guido M. Filippi
Che cos’è la paralisi ostetrica?
La paralisi ostetrica è collegata al parto, durante il quale si verifica una lesione del
plesso brachiale, cioè delle fibre nervose che portano i comandi ai muscoli del braccio.
La meccanica è molto frequentemente dovuta a una
trazione della testa durante il parto, per facilitarne l’espulsione, mentre la spalla è bloccata dalle ossa del bacino della mamma. In tale situazione i
fasci nervosi, che partono dal collo (dalla 5° vertebra cervicale alla prima toracica) per andare ai muscoli del braccio, subiscono uno
stiramento.
Questo comporta la perdita di funzione, almeno parziale e temporanea dei muscoli del braccio.
Le forme più comuni della paralisi ostetrica
Nella forma più comune di paralisi ostetrica, si ha la lesione della
parte superiore del plesso (formato dai nervi che emergono dalla 5° e 6° vertebra cervicale). Il braccio è allora
iperesteso, ruotato verso l’interno e avvicinato al tronco. È un problema che si presenta in un bimbo ogni 1000.

la paralisi ostetrica, l’anatomia
Paralisi ostetrica: diagnosi e cure
La corretta diagnosi di questa condizione dipende dalla gravità del problema: a volte è possibile alla nascita, a volte dopo qualche giorno, a volte invece solo quando il bambino comincia ad afferrare gli oggetti.
La terapia si basa sulla
riabilitazione, a volte aiutata dalla chirurgia.
Nel
75% dei casi si può avere un recupero spontaneo o aiutato dalla riabilitazione, in circa il
23-25% dei casi restano dei danni, dei deficit del movimento.
Il persistere di questi ultimi dipende fondamentalmente dai seguenti fattori:
- L’estensione del danno
- La riabilitazione

la paralisi ostetrica, possibile evoluzione
Possibile evoluzione della paralisi ostetrica
Quando un nervo è lesionato si possono, in termini molto schematici, verificare due casi:
- Nel primo il danno è molto leggero; si può dire che il nervo è “stordito” dal trauma ma, pian piano, è destinato a riprendersi.
- Nel secondo caso si ha una vera lesione del nervo, e questo dovrà rigenerarsi. In pratica, dal punto in cui è stato interrotto dovrà allungarsi (lentamente, circa 1 mm al giorno) fino a raggiungere i muscoli cui era destinato. Il problema vero è questo.
La paralisi ostetrica e la rigenerazione del nervo
La lenta rigenerazione fa sì che il cervello dapprima “cerchi” il braccio che non riesce a pilotare, poi, pian piano, può accadere che lo “dimentichi”, imparando a farne a meno.
Quando il nervo sarà cresciuto, molto semplicemente
non verrà utilizzato perché il cervello avrà dimenticato di avere questa possibilità.
Stimoli adeguati nella paralisi ostetrica
Ecco quindi che, nei limiti del possibile, è necessario spingere il bambino a
utilizzare quel braccio, a effettuare dei movimenti, in modo che il cervello non ne dimentichi l’esistenza, mantenendo attivo quanto ancora funzionante e riattivando quanto, pian piano, viene rigenerato.
Cro®system: un valido aiuto nelle paralisi ostetriche

la paralisi ostetrica, il Crosystem
Il
Cro®system, un innovativo macchinario che emette
vibrazioni meccaniche focali, ha dimostrato una notevole efficacia nei casi di paralisi ostetrica, aiutando la ripresa, nella logica sopra esposta. queste sono in grado di attivare fortemente le
aree cerebrali di controllo del braccio. In questo modo si facilita la presa di coscienza che quel braccio “esiste. Si favorisce l’attivazione di quanto rimasto intatto e funzionale.
La paralisi ostetrica e il Crosystem
Il Cro®system applica sequenze di micro allungamenti-accorciamenti di frazioni di millimetro al muscolo su cui agisce.
Questi microscopici movimenti (0,2-0,5 millimetri)
stimolano la sensibilità che controlla quei muscoli (sensibilità propriocettiva) e questa migliora.
Una migliore sensibilità propriocettiva migliora (e molto) la funzione muscolare (
Aman et al. The effectiveness of proprioceptive training for improving motor function: a systematic review. 2015).
Il Cro®system non va considerato come un sostituto della riabilitazione, ma come un sistema di potente
amplificazione dell’efficacia delle comuni tecniche riabilitative.
Limiti
Dipendono dall’
entità della lesione e dalla capacità di ogni organismo di
rigenerare i nervi: non è quindi predicibile quanto della funzione verrà recuperato (molto, poco o tutto), anche se è sempre apprezzabile un recupero.
Per ulteriori informazioni su questa metodica innovativa, priva di controindicazioni ed effetti collaterali, ed utilizzabile a tutte le età, non esistate a contattare il
Centro Cro®system Autorizzato più vicino a casa vostra.

Articolo a ura del prof. Guido M. Filippi
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