Artrite: che cos’è, come si manifesta e come correre ai ripari!
Oggi parleremo di quella infiammazione a carico di una o più articolazioni, che colpisce una percentuale consistente della popolazione, e che non è (come molti erroneamente pensano) una prerogativa dei soggetti in età avanzata. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’artrite e sui vari metodi per evitarne il peggioramento.
Cosa sono le articolazioni? Cosa è e come si instaura l’artrite?
Le nostre articolazioni servono a mettere in relazione tra loro due ossa, permettendo il movimento di una rispetto all’altra. In esse troviamo componenti come strutture ossee, legamenti, muscoli, cartilagini, membrane e liquidi.
Le strutture ossee sono naturalmente la parte che dobbiamo muovere per stende un braccio o flettere una gamba. Queste parti ossee non sono e non devono essere in contatto tra loro, per evitare che gli attriti le danneggino.
Affinché le strutture ossee stiano dove devono stare per muoversi e non toccarsi, esistono legamenti e muscoli.
I legamenti hanno il solo compito di evitare le lussazioni, ovvero che i capi ossei se ne vadano ognuno dove vuole e non deve andare. I muscoli (e i nervi che li guidano) hanno il compito di stabilizzare le articolazioni, ovvero fare in modo che durante il movimento (sempre generato dal sistema neuromuscolare) i capi articolari non si tocchino e non premano l’uno contro l’altro creando attriti e danni.
Le cartilagini, le strutture membranose e i liquidi (liquido sinoviale) hanno il ruolo di lubrificare le articolazioni e minimizzare le forze create dall’azione motoria, che comunque possono usurare le componenti articolari.
Il lavoro di stabilizzazione è il più complesso, perché richiede un controllo molto raffinato delle strutture articolari. Se è fatto male, i capi articolari cominceranno a sfregare fra di loro, e la cartilagine articolare comincerà ad usurarsi. Tutto questo accentuerà il fenomeno, perché questi attriti produrranno il dolore e spingeranno il soggetto a modificare la strategia del movimento, favorendo in realtà ulteriori danni.
Da un lato il paziente si muoverà sempre di meno (e di conseguenza il sistema neuromuscolare diverrà sempre meno abile a ridurre gli attriti), dall’altro la cartilagine si consumerà sempre di più. Purtroppo, attualmente, non esiste alcun modo di rigenerare quest’ultima.
Ci si trova in sostanza in una situazione paradossale. Il paziente dovrebbe rinforzare, rendere più efficiente la muscolatura per cercare di aumentare la protezione dell’articolazione, ma al tempo stesso il movimento e l’esercizio fisico aumenteranno il danno. Infine, non raramente, la sedentarietà forzata, causata dal dolore, determinerà un aumento di peso che graverà sulle stesse articolazioni.
Questo stato di cose, tendenzialmente peggiorativo, è l’artrite, l’infiammazione articolare, che in sintesi origina da una cattiva stabilizzazione dell’articolazione, cioè da un controllo neuromuscolare inadeguato. Per guarire (se i danni non sono irrimediabili) occorre agire su questo aspetto.
Tipologie di artrite più diffuse
Le forme di artrite sono moltissime, e possono colpire anche individui in tenera età (artrite giovanile), ma le più note e a maggior diffusione sono due:
- Osteoartrite: è il tipo di artrite più diffuso, più conosciuta con il nome di artrosi. E’ dovuta al progressivo deterioramento della cartilagine che ricopre le superfici articolari, spesso dovuto all’età avanzata, all’usura dell’articolazione causata da movimenti ripetitivi, ma anche ad infortuni che la coinvolgono ed al carico articolare conseguente all’obesità. Può colpire qualsiasi articolazione, ma si manifesta in percentuale maggiore alle mani, ginocchia, colonna vertebrale e anche.
- Artrite reumatoide: è una malattia autoimmune, cioè causata da un malfunzionamento del sistema immunitario. Non attacca le cartilagini, ma la membrana sinoviale (quello strato di tessuto connettivo che internamente riveste la capsula articolare e la parte articolare dell’osso): le superfici articolari e la cartilagine che le ricoprono si deteriorano, i legamenti si indeboliscono e la stessa capsula articolare cambia forma). Fra i fattori di rischio più importanti troviamo la predisposizione genetica, il fumo, il contatto con alcuni virus ma, come per la maggior parte delle malattie autoimmuni, se ne sa ancora troppo poco.
Artrite: quali sono i sintomi più comuni?
Nell’artrosi, l’infiammazione articolare esordisce solitamente con sintomi che via via diventano più fastidiosi ed invalidanti. Fra essi troviamo principalmente:
- Dolore, gonfiore e rigidità della zona interessata.
- Arrossamento e senso di calore.
- Capacità di movimento ridotta.
Se non si corre prontamente ai ripari, può portare ad una progressiva difficoltà di utilizzo delle articolazioni interessate, rendendo estremamente difficoltose anche le più normali attività quotidiane.
Per quanto riguarda invece l’artrite reumatoide, essa induce una progressiva alterazione dell’intera struttura articolare . Oltre ai classici sintomi dell’artrite (che di solito esordiscono a livello delle dita delle mani e dei piedi, per poi colpire polsi, ginocchia, caviglie e spalla) questa patologia può manifestarsi con febbre, perdita di peso, perdita di trofismo muscolare, e l’infiammazione spesso non è limitata alle sole articolazioni, ma coinvolge cute, apparato respiratorio, apparato linfoghiandolare e occhi.
L’artrite si può curare?
Purtroppo la patologia in sé non è curabile: i trattamenti intrapresi dopo il suo esordio mirano a mitigare la sintomatologia e a rallentare la degenerazione articolare, tuttavia, con una terapia adeguata e cominciata per tempo, si possono ottenere buoni risultati.
L’unica vera cura consiste nel migliorare la performance muscolare.
L’osteoartrite, quando è ancora in forma leggera può essere gestita con un lavoro specifico sulla muscolatura delle articolazioni, con una leggera attività motoria, e con l’uso di antinfiammatori ed antidolorifici (sempre sotto stretto controllo medico), anche se il dolore può rendere addirittura peggiorativa questa strada.
Nei casi più gravi ed invalidanti sarà invece necessario sostituire l’articolazione interessata tramite intervento chirurgico. In questo caso è però necessario considerare il fatto che una protesi non dura per sempre, e dopo del tempo (anche 20-30 anni) va sostituita nuovamente.
I rimedi per l’artrite reumatoide sono fondamentalmente di carattere farmacologico (si utilizzano i DMARD, “farmaci antireumatici modificanti la malattia”, speciali antinfiammatori che hanno effetto sui processi scatenanti della manifestazione infiammatoria), ma anche in questo caso un corretto percorso di kinesiterapia volta a rafforzare la muscolatura e a recuperare ampiezza di movimento, può rivelarsi molto utile.
Soprattutto nelle fase iniziali (ma non solo) di molte forme di artrite, ottimi risultati si sono ottenuti con il CroSystem, un macchinario di nuova generazione che, tramite l’applicazione di piccoli manipoli sulla zona interessata, le trasmette microvibrazioni meccaniche quasi impercettibili, che contribuiscono a rinforzare i muscoli che circondano le articolazioni.
Il paziente, grazie a questo procedimento totalmente indolore, riesce a recuperare forza e libertà di movimento, con un conseguente miglior controllo della sintomatologia dolorosa, senza il ricorso ad antinfiammatori, che alla lunga possono risultare dannosi.
Il trattamento con CroSystem (che non utilizza farmaci, correnti elettriche ed onde magnetiche) può essere utilizzato su ogni tipologia di paziente, anche portatore di dispositivi intracorporei, quali pacemaker, protesi o pompe di infusione.
I limiti sono rappresentati dall’avanzamento del problema e dalla capacità del sistema neuromuscolare di riprendere il controllo della situazione. Tuttavia va sottolineato come, non raramente anche casi all’esame radiologico molto gravi, hanno dato risultati abbastanza sorprendenti. In quanto sorprendenti, non si può parlare di regola, ma di indicazione a provare.
Per ulteriori informazioni su questa metodica di cura, vi invitiamo a consultare l’elenco aggiornato di tutti i centri CroSystem abilitati, in Italia e all’estero, oppure, per ulteriori domande, a contattarci direttamente per email.
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