La scialorrea infantile e le soluzioni innovative
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Che cosa è la scialorrea? Come si manifesta? Quali soggetti colpisce più frequentemente? Come si può far fronte ai suoi sintomi? Quali le possibilità e i limiti di un intervento con il Cro®System ? In questo articolo tutto quello che c’è da sapere su questo fastidioso disturbo.
Sommario
- Cosa si intende per scialorrea?
- Come si può curare la scialorrea?
- Studi relativamente recenti hanno evidenziato una notevole efficacia del Cro®System
- Limiti all’utilizzo del Crosystem
- Il Crosystem è in uso da tempo presso diverse istituzioni
La scialorrea infantile e le soluzioni innovative, cosa si intende per scialorrea?
Con il termine scialorrea, in italiano, si indica una condizione caratterizzata da una reale od apparente iperproduzione salivare.
- Quando è reale, il flusso salivare è realmente aumentato e si può associare ad una perdita, dalla bocca, di saliva.
- A volte si può invece avere una secrezione salivare del tutto normale, ma un difetto nella deglutizione della saliva o nel trattenerla nella cavità orale il tempo che serve poi per deglutirla.
La scialorrea è un problema relativamente comune nelle paralisi cerebrali infantili. Rappresenta un problema tutt’altro che irrilevante per i bambini che ne soffrono, per i loro genitori.
Tra le conseguenze della scialorrea vanno infatti annoverate l’emarginazione sociale, il continuo bagnare i vestiti, a volte del cattivo odore ed irritazione della cute, continuamente bagnata. Ma possono essere anche presenti infezioni orali, disidratazione, problemi nel parlare ed anche il semplice macchiare libri e quaderni costituisce un problema.
La scialorrea infantile e le soluzioni innovative: cosa si può fare?
I tentativi di risolvere, o meglio ridurre il problema sono rappresentati spesso da trattamenti abbastanza invasivi, come la somministrazione di tossina botulinica, agopuntura, o addirittura la chirurgia. A questi interventi si possono associare terapie fisiche, terapie che mirano ad aumentare la deglutizione. Per una descrizione accurata, si rimanda alla relativa pagina del Bambin Gesù.
La scialorrea infantile e le soluzioni innovative. Studi relativamente recenti hanno evidenziato una notevole efficacia del Cro®System
Un accurato studio è stato pubblicato dal gruppo della Dr S. Filoni degli Angeli di Padre Pio, di qui a questo link trovate una traduzione e sintesi.
Il Cro®System migliora la coordinazione motoria e alcuni dati preliminari relativi a studi circa l’efficacia del Cro®System sulla scialorrea indicano che la sua azione è probabilmente sulla capacità di migliorare la deglutizione. Ecco, quindi, il senso del suo impiego in queste condizioni. Il miglioramento, o la risoluzione della scialorrea si associa ad un miglioramento della disfagia e, secondo reports, anche la fonazione appare migliorata.
Limiti all’utilizzo del Crosystem
Alcuni bambini affetti da PCI presentano spesso una marcata ipotonia delle labbra e a volte anche della lingua: le labbra sporgono in avanti, principalmente il labbro inferiore. I denti inferiori sono spesso deviati in avanti e la lingua poggia contro la faccia posteriore degli incisivi inferiori o anche sporge leggermente.
In sostanza si crea una sorta di scivolo per la saliva: la scialorrea è in questi casi in gran parte dovuta a questa condizione, per la quale anche un piccolo accumulo di liquido tende a scivolare fuori dalla cavità orale. In questo caso l’utilizzo del Crosystem non è indicato.
Va comunque eseguita una valutazione caso per caso, lasciando allo specialista la capacità di decidere se vi è no indicazione alla terapia.
Per ulteriori informazioni su Cro®system e sulle strutture sanitarie dove quest’ultimo viene utilizzato, potete consultare l’elenco aggiornato di tutti i centri Cro®system autorizzati, in Italia e all’estero.
Il Crosystem è in uso da tempo presso diverse istituzioni
La Asl di Latina, Offerto dalla Lega Italiana dei tumori
Il Don Gnocchi di S.Maria al Castello
Il Don Gnocchi S.Maria alla Pineta di Massa
Il protocollo è inserito dal 2016 nelle linee guida americane per la spasticità
L’articolo è opera del Prof. Guido Maria Filippi
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